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Direttissimo Filmstudio-Venezia: in giuria alle Giornate degli autori

Premio Label Europa Cinemas

We are pleased to invite you to be part of the Europa Cinemas Label Jury at the upcoming 17th Giornate Degli Autori…
Era arrivato inaspettato questo messaggio da parte di Fatima Djoumer, responsabile delle relazioni internazionali di Europa Cinemas. Era l’inizio di giugno ed erano passati mesi dall’invio della candidatura per essere giurato a Venezia e intanto le priorità e la quotidianità erano cambiate, c’era stato un lockdown, i cinema erano chiusi da mesi e tanti festival erano stati annullati o convertiti online. Ammetto che mi ero totalmente dimenticato di aspettare quella risposta. Quindi grande sorpresa e gioia alla notizia, subito condivisa con i colleghi di Filmstudio 90, altrettanto sorpresi e felici.

Dal 2 al 12 settembre la mia presenza era richiesta alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia come membro della giuria di Europa Cinemas, con il compito di assegnare il premio al miglior film di produzione e co-produzione europea tra quelli presentati alla 17ª edizione delle Giornate delle Autori, selezione indipendente dal concorso principale, promossa dalle associazioni dei registi e degli autori cinematografici italiani ANAC e 100autori.
Questa possibilità si era presentata grazie a Filmstudio 90 e al Cinema Teatro Nuovo di Varese, da diversi anni membro di Europa Cinemas, una rete internazionale di sale cinematografiche che punta sulla valorizzazione della produzione audiovisiva europea. In quanto esercente in una sala del network potevo essere scelto come giurato in un festival tra Venezia, Cannes, Berlino, Locarno e Karlovy-Vary. Mi ero candidato per Locarno, che quest’anno ha avuto un’edizione solo online, e Venezia.
Anche con una convocazione così ammetto che non era mancato il momento di incertezza: le date della Mostra coincidevano proprio con il periodo di riapertura di Filmstudio 90 e Cinema Nuovo dopo più di sei mesi di chiusura; era il caso di andare via in settimane così cruciali per l’associazione?
Non nascondo di aver esitato. Alla fine ho lasciato tutta l’organizzazione a Varese nelle mani dei colleghi e sono partito per un’esperienza, che si è rivelata essere eccezionale.

La giuria, composta da esercenti di sale Europa Cinemas, era composta da Octavio Alzola del Cines Renoir di Madrid (Spagna), Silke Bomberna del Cinema Sphinx di Gand (Belgio), Mirona Radu del Cinema Muzeul Taranului di Bucarest (Romania) e dal sottoscritto. Tutti under 40, provenienti da cinema di dimensioni diverse, in contesti urbani diversi, ma con il comune denominatore della programmazione di film d’essai, con grande attenzione alle produzioni europee. La comunicazione esclusivamente in lingua straniera mi ha riportato con la mente all’ esperienza di tre anni fa presso Ciné Manivel di Redon, in Francia.
Nel creare un buon affiatamento tra noi giurati ha contribuito la condivisione dello stesso appartamento, così da non limitare la nostra conoscenza solo alle proiezioni e alle riunioni. Abbiamo avuto modo di confrontarci sulla gestione dei cinema e di scambiarci opinioni sui film, ma anche di parlare di viaggi, hobby e cibo.

Il premio Label Europa Cinemas garantisce al vincitore un sostegno da parte di Europa Cinemas nella promozione e nella ricerca di una distribuzione in sala nei mercati europei.
I film eleggibili erano otto, di cui quattro dalla selezione ufficiale delle Giornate degli Autori: Honey Cigardi Kamir Aïnouz (Francia/Algeria, 100’), Preparations to Be Together for an Unknown Period of Time di Lili Horvát (Ungheria, 95’), Oasis di Ivan Ikić (Serbia/Slovenia/Paesi Bassi/Francia/Bosnia-Erzegovina, 120′), Spaccapietre di Gianluca e Massimiliano De Serio (Italia/Francia/Belgio, 104’). Gli altri quattro erano presentati come eventi speciali fuori concorso: The New Gospel di Milo Rau (Germania/Svizzera/Italia, 107’), Guida romantica a posti perduti di Giorgia Farina (Italia, 106’), Samp di Flavia Mastrella e Antonio Rezza (Italia, 78′), Si ballerà finché entra la luce. Extraliscio – Punk da balera di Elisabetta Sgarbi (Italia, 90’).

Il nostro vincitore è stato Oasis di Ivan Ikić, con la seguente motivazione: “È un film bellissimo e poetico, il film di spicco delle Giornate di quest’anno, e la nostra scelta unanime come vincitore del premio Europa Cinemas qui a Venezia. Un racconto tenero e profondamente commovente, ma anche uno sguardo crudo e brutale sulla vita e gli amori di un gruppo di giovani disabili in un centro residenziale in Serbia. Il regista tratta i suoi attori dilettanti con delicatezza e totale rispetto. Essi lo ricompensano con performance naturalistiche di grande forza. La sceneggiatura è perfettamente strutturata e la cinematografia fornisce immagini bellissime e memorabili. Questo è un film che deve essere visto sul grande schermo. Forse la migliore conferma da parte nostra è che non vediamo l’ora di rivedere il film il prima possibile”.
Purtroppo, il regista non ha potuto partecipare alla cerimonia di premiazione, a causa delle limitazioni anti-covid nell’ingresso in Italia dalla Serbia, ma ha inviato un videomessaggio di ringraziamento. La foto di consegna del premio è stata scattata solo con noi giurati sul palco.
In confidenza, posso svelare che al secondo posto è arrivato l’ungherese Preparations… di Lili Horvát , tormentato inizio di una storia di amore, che mette in discussione le certezze della protagonista, a cominciare dal trasferimento dagli USA a Budapest, e al terzo posto The New Gospel di Milo Rau, rivisitazione della vita di Gesù, che per la prima volta viene interpretato da un uomo di colore e ambientata in Basilicata, in una comunità di immigrati africani sfruttati nei campi sotto il giogo caporalato. Una questione contemporanea molto calda, trattata anche dal film Spaccapietre, nelle sale italiane dal 7 settembre.
Sicuramente l’esperienza è stata arricchita dall’accredito professionale che mi permetteva l’accesso a tutte le proiezioni della Mostra, comprese quelle dei film in concorso per il Leone d’oro e nella sezione Orizzonti. Sono stati tanti i film sorprendenti che ho potuto vedere in questo modo, in totale una trentina in undici giorni, e torno a casa con nuove idee e originali proposte per il pubblico varesino!

Gabriele Ciglia

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