Roma 2012

Festival del Film di Roma 2012: giorno 7

Concorso: Un enfant de toi di Jacques Doillon. Protagonista femminile è Lou Doillon, la figlia che il regista ha avuto da Jane Birkin e che, ‘fisicamente parlando’, ha tutto in comune con la madre e la sorellastra Charlotte. L’afflusso di pubblico è scarso, tanto che ci fanno entrare ben 20 minuti prima dell’inizio. Doillon, piccolo e canuto, si presenta con in mano un flûte di champagne; la figlia magra e cavallina in miniabito nero attillato. Già dopo dieci minuti abbiamo tutti capito che il regista, di scuola rohmeriana, è seriamente intenzionato a sfinirci di chiacchiere. Ma ancora non sappiamo quanto seriamente. E’ uno di quei film che sembrano letteralmente NON FINIRE MAI. Mi chiedo: se hai intenzione di raccontare una storia in cui quattro implacabili logorroici vanno a ruota libera dal capo alla coda, perché farla anche durare 140 minuti? Nonostante questo, Un enfant de toi è un film brillante, scritto e recitato molto bene, ma che soprattutto ha l’allure del classico. Sì, è francese nella quintessenza. Coppie che dialogano. Triangoli amorosi. Personaggi insopportabili che non riesci a odiare. C’è tutto il campionario. Tutta la storia del cinema francese. C’è Ophuls e Truffaut e Rivette. C’è l’amore che muove tutto, come sempre, nel cinema e nella vita. E una bambina (l’enfant del titolo)  talmente simpatica da farci – quasi – perdonare l’incontinenza verbale del maestro Doillon.

da Roma, Mauro Coni

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