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Omicidio al Cairo

omicidioalcairoD’accordo, il titolo italiano è un esplicito richiamo ad Agatha Christie, una furbata che avrebbe dovuto, nelle intenzioni dei distributori, agganciare gli amanti della detective story. Tarik Saleh, svedese di origine egiziana, già collaboratore del documentarista Erik Gandini, non si limita ad imbastire un ottimo noir-thriller, ma intreccia una trama avvincente al desolante presente del paese arabo, dove la corruzione è la costante che avvicina il basso e l’alto, la strada e gli scranni della politica. Ispirato all’omicidio della cantante libanese Suzanne Tamin, che nel 2008 portò in carcere un influente parlamentare egiziano, il film ha avuto gestazione tutt’altro che agevole. Regista e produzione hanno pagato a caro prezzo la scelta dello sfondo, non tanto il luogo quanto il tempo della narrazione, che si dipana nella settimana precedente i tumulti di piazza fino al 25 gennaio, giornata nazionale delle forze di polizia, che si trasforma in una sanguinosa repressione. La censura egiziana si è mascherata dietro una assurda negazione dei permessi per girare al Cairo, con conseguente doloroso spostamento di cast tecnico e artistico a Casablanca.
omicidiocairoDeve aver infastidito non poco, dunque, l’intrigo di sesso e politica che coinvolge il poliziotto corrotto Noredin (Fares Fares) in un’indagine che poco a poco porta dritto a un esponente del governo Mubarak. Tutto parte dall’omicidio di una giovane e famosa cantante in una stanza del Nile Hilton. Testimone involontaria è un’inserviente, la rifugiata sudanese Salwa, che cerca da subito di far perdere le sue tracce nonostante il suo protettore giochi al ricattatore con l’indagato numero uno. Dai vertici della polizia arriva l’ordine di insabbiare la sporca faccenda, ma a quel punto Noredin decide di andare fino in fondo, solo contro tutti, mentre nelle strade impazza la rivolta.
L’omicidio al Cairo, anzi “l’incidente” al Nile Hilton, si fa specchio di un sistema marcio che definisce le ragioni della rabbia diffusa. La democrazia corrotta, la libertà di facciata e il controllo dei poteri forti, la censura sulla verità (come non pensare a Reggeni!) sono i temi forti che fanno da impalcatura alla vicenda.
Noredin è un personaggio ambiguo che ben si è adattato all’esercizio del potere che determina i rapporti sociali nel microcontesto della strada, ma che poi intravede nella possibilità di un’incriminazione eccellente un riscatto sociale che non nasconde parallelismi con l’imminente rivoluzione. Il passaggio di denaro sporco che finisce nelle sue tasche nella prima metà del film non sembra preoccuparlo, ma rafforza un costume acquisito che non sdegna nemmeno chi paga piccole tangenti per poter gestire giri altrettanto truffaldini. Il contesto si confessa gradualmente come la diretta conseguenza di modalità che si ingigantiscono salendo la scala sociale. I personaggi agiscono dunque nel quadro di un vizio capitale che rende ineluttabile e risarcitorio il sopruso.


Come tutti gli antieroi noir Noredin è un esistenzialista compassato ridestato da uno schiaffo ben assestato, tanto da rimettere in discussione il cameratismo e le relazioni parentali (il capo del distretto è suo zio). Bullone che esce fuori dall’ingranaggio, Noredin sconquassa un meccanismo perfetto e, quando capisce che può mettere a segno il colpo della vita, fa sua una condotta che se non è etica cerca almeno una morale. Mettere in salvo una profuga sudanese e incastrare un intoccabile sposa le istanze della piazza inconsapevolmente, concretizza in azione i venti di innesco moltiplicati dai social e dalla Tv. È sintomatico che l’apparecchio in casa di Noredin abbia problemi di ricezione fino a quando, finalmente, non arriva il segnale italiano di un Tg3 che racconta la primavera araba come fosse una spia che trova modo e tempo per vuotare il sacco e spingere finalmente al coraggioso cambiamento.

 Alessandro Leone

Omicidio al Cairo – The Nile Hilton Incident

Sceneggiatura e regia: Tarik Saleh. Fotografia: Pierre Aïm. Montaggio: Theis Schmidt. Interpreti: Fares Fares, Mari Malek, Yasser Ali Maher, Slimane Dazi, Ahmed Selim, Mohamed Yousry, Nael Ali, Tareq Abdalla. Origine: Svezia/Danimarca/Germania, 2017. Durata: 106′.

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