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Song to Song

song-to-song-fassbender-goslingLa ricerca del senso della vita e l’amore, la gioia e le crisi. Terrence Malick, regista texano di culto, torna sui temi di alcuni dei suoi ultimi lavori con un film ambientato nel mondo della musica. Song to Song si muove letteralmente di canzone in canzone, con oltre 70 brani, magari appena accennati solo per dare l’abbrivio a una scena, presenti in una colonna sonora eclettica come poche, che spazia da Mahler, Haendel, Ravel all’Orchestra Baobab, Bob Marley e Bob Dylan (Rollin N Tumblin in tre versioni diverse, il brano è quasi il tema musicale della pellicola), fino ai tanti musicisti presenti nel ruolo di se stessi come Iggy Pop, o Patti Smith, “maestro” spirituale della protagonista (il suo My Blakean Year è una sorta di manifesto), con un momento trasgressivo nella rapida esibizione del personaggio interpretato da Val Kilmer, che durante un concerto taglia un amplificatore con la motosega. songtosong
È la storia di due triangoli sentimentali intersecati tra loro, i personaggi principali sono il produttore musicale Cook (Michael Fassbender), il musicista in cerca di successo BV (Ryan Gosling) e la cantautrice Faye (Rooney Mara, che per il film ha imparato a suonare la chitarra); tra loro si inseriscono la cameriera Rhonda (Natalie Portman) e altri amanti. Malick è regista che invoca e fa domande, procedendo con “Chi sono? Chi sei?”, richiamando soprattutto Knight of Cup per diversi aspetti. Anche la sua macchina da presa esplora inesausta, con la steadycam insistita e insistente che fluttua e danza insieme agli attori, si avvicina e si allontana repentinamente, a coglierne le emozioni vive e distanziandosi in maniera inconsueta, a evitare il già visto. Malick e il fido direttore della fotografia Emmanuel Lubezki fanno abbondante uso di grandangoli e catturano la luce come nessun altro, illuminano l’umanità di personaggi alla ricerca di una folgorazione. Il regista continua ad aver fiducia nelle immagini, che quasi parlano da sole, che creano Song to Songun flusso che mette la trama vera e propria in second’ordine. Le immagini di Malick sono prima di tutto da contemplare, forse il suo cinema richiede un atto di fede, un’accettazione o un’adesione o piuttosto una vicinanza e un comune sentire. Se lo stile e i temi ricordano i suoi ultimi film, e sono gli unici riferimenti diretti, è perché l’autore nella ricerca ritorna sui suoi passi, a cercare in un altro modo di precisare e approndire, magari a ribadire. Forse Malick non realizza più “solo capolavori” come quando sfornava pochissime opere, ma i suoi non sono film normali. È un cinema che fa soltanto lui, che sembra semplice solo in apparenza. Il flusso in cui conduce il cineasta è esperienziale, a tratti stordente, a volte libero, affidando anche allo spettatore il compito di andare dentro e dietro la bellezza.
Song to Song è un film sul conoscersi, il riconoscersi, il ritrovare se stessi, l’amare. Perché si ama? Come si ama? Bisogna dire tutta la verità o è giusto mantenere dei segreti? Domande forse banali, o banalizzate, ma che ritornano nelle persone e che il cineasta texano non si stanca di riproporre. Ci sono gli errori commessi, il bisogno di andare avanti e, più di tutto, si sente forte il richiamo a una vita semplice. Successo e ricchezza non bastano, non sono il senso dell’esistenza: Faye ha cercato esperienze forti (“meglio esperienze sbagliate che nessuna esperienza” – ricorda), ma forse non erano ciò di cui aveva bisogno. I personaggi sono archetipi, gli ambienti sono glamour e, apparentemente da sogno, ma non danno gioia ai protagonisti, non li soddisfano, non li placano, anzi ne accentuano il disagio esistenziale.


Un ruolo di rilievo lo riveste la città di Austin con i suoi grattacieli, le ville e i giardini, le continue trasformazioni e tre festival musicali (Austin City Limits, South by Southwest e Fun Fun Fun Fest), durante i quali sono state filmate le esibizioni dal vivo. Non è casuale che una pellicola sull’insufficienza dell’apparenza e sulla ricerca di qualcosa di autentico sia collocata in una delle città più alla moda e in cambiamento.

Nicola Falcinella

Song to Song

Sceneggiatura e regia: Terrence Malick. Fotografia: Emmanuel Lubezki. Montaggio: Brian Berdan, Hank Corwin, A.J. Edwards, Keith Fraase. Interpreti: Ryan Gosling, Rooney Mara, Michael Fassbender, Natalie Portman, Cate Blanchett, Holly Hunter, Bérénice Marlohe, Patti Smith, Val Kilmer. Origine: Usa, 2017. Durata: 129′.

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