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Da Cannes alla sala: il Dogman di Garrone

dogman-scenaInteressa poco la cronaca a Matteo Garrone, interessano poco i fatti. In Dogman, film cupo e potente, gli preme proseguire il percorso di immersione negli aspetti più laceranti dell’umanità che è uno dei segni distintivi della sua poetica. Un lungometraggio che si ricollega a L’imbalsamatore o Gomorra e fa una sorta di percorso inverso rispetto a Reality: siamo ancora alle prese con una figura che ha elementi di Pinocchio e una forte componente cristologica, soltanto che qui non c’è redenzione o ascensione.
È la storia di Marcello, uomo capace di tenerezza verso la figlia Alida e dogman_marcello-fontedi cure che hanno del miracoloso verso i cani, che subisce però la violenza che lo circonda. Siamo in una periferia che pare un Far West, un grande spiazzo circondato da palazzoni anonimi, da edifici semiabbandonati e da esercizi commerciali, come un compro oro o una sala slot, che sono rifugio o ultima speranza dei perdenti. Marcello è un uomo semplice e un rassegnato, condannato a perdere anche quando vince. Un uomo che subisce la personalità di Simone, ex pugile cocainomane, violento, rissoso, che terrorizza il quartiere con le sue incursioni. Incapace di reagire quanto di denunciarlo, preferisce scontare un anno di carcere per proteggerlo. Ci sarà una reazione che sembra una vendetta, ma il protagonista non conosce la giustizia e finisce a non sapere che fare della vendetta. Uno sconfitto che non ha mai alzato la voce e, quando si decide a urlare, non ha nessuno intorno che lo senta e non sa più dove andare. Un eroe che torna dalla guerra con il suo inutile trofeo e si ritrova a terra. Un film dai colori lividi, che non si compiace della violenza, una pellicola profondamente umana nella mancanza di vie di fuga. Dogman è un colpo nello stomaco, un film che resta addosso.


Garrone si conferma regista superbo e capace di trovare sempre finali magnifici e spiazzanti. Dopo due Gran Prix del Festival di Cannes, per Gomorra e Reality, si candida di nuovo a pieno titolo a un premio importante, magari alla Palma d’oro.

Nicola Falcinella

Dogman

Regia: Matteo Garrone. Sceneggiatura: Ugo Chiti, Massimo Gaudioso, Matteo Garrone. Fotografia: Nicolaj Bruel. Montaggio: Marco Spoletini. Musiche: Michele Braga. Interpreti: Marcello Fonte, Edoardo Pesce, Nunzia Schiano, Adamo Dionisi, Francesco Acquaroli, Alida Calabria. Origine: Italia/Francia, 2018. Durata: 102′.

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