Ormai Yorgos Lanthimos non si fa più attendere da nessuno: è molto probabile che il regista greco non viva altro che di cinema. E ancora una volta, con Bugonia è riuscito a coinvolgere in profondità il suo pubblico, evitando di fornire tutte le risposte e creando così indelebili riflessioni.
“Nel mio approccio al cinema, quando strutturo la mia storia, cerco sempre di lasciare spazio al pubblico per collegare i puntini da solo. […] Bugonia è il film perfetto per le persone che vogliono cimentarsi in questo impegno. Questo è un film su persone che cercano di convincersi a vicenda della loro visione del mondo.” (Yorgos Lanthimos nell’intervista per RogerEbert.com)
Dopo il suo ultimo Kinds of Kindness nel 2024, quest’anno Lanthimos ritorna con Bugonia, un remake della pellicola sudcoreana Save the Green Planet! di Jang Joon-hwan. La trama di base è stata mantenuta pressoché uguale dallo sceneggiatore Will Tracy: Teddy (Jesse Plemons) e suo cugino neurodivergente Don (Aidan Delbis) rapiscono la CEO di un’importante azienda farmaceutica Michelle Fuller (Emma Stone), convinti sia un’aliena intenta a distruggere il pianeta Terra. Per tutto il film, non è chiaro se Teddy e Don siano cospiratori di teorie complottiste oppure se abbiano reso questo il loro scopo assoluto per evitare di affrontare i dolori della propria vita.
Confrontando Bugonia con Save the Green Planet!, notiamo come Will Tracy abbia cambiato l’ambientazione (scegliendo gli S
tati Uniti) e il sesso del protagonista (ora donna), ma abbia mantenuto saldo quel tono di ironia e di divertimento che fanno di Bugonia una perfetta commedia nera. Ed è proprio questa sua sfumatura più buffa e sarcastica ed essere rimasta incompresa dal pubblico. Ma si sa, il regista nasce insieme alla Greek Weird Wave e questa vena di stranezza nelle sue storie si troverà sempre.
Il film è anche sorprendentemente fisico, difatti gli attori hanno lavorato a lungo con i coordinatori degli stunt per prepararsi alle numerose scene di combattimento. Questa volta Lanthimos ha voluto ingaggiare un attore non professionista e neurodivergente per il ruolo di Don e, assieme alla direttrice di casting Jennifer Venditti, hanno trovato la persona giusta: Aidan Delbis. Invece, Emma Stone e Jesse Plemons ritornano a collaborare con il regista, anzi possiamo dire che non se ne sono più andati.
Le incredibili interpretazioni degli attori sono accompagnate da una colonna sonora magistrale e potente, folle e calzante. Jerskin Fendrix è dal film Povere Creature! che affianca il regista nella creazione di storie inimitabili, dove viene riposta nella musica un ruolo essenziale per la riuscita della firma cinematografica “Yorgos Lanthimos”.
Firma che ritroviamo anche nelle immagini che crea, perché Lanthimos non si limita mai a inquadrare i suoi personaggi: li studia. Possiamo osservare Teddy e Michelle
in ogni angolatura possibile, in campi e controcampi dinamici, con primissimi piani che evidenziano la domanda “Chi sta mentendo?”. Le tecniche di ripresa ampliano anche la sensazione di claustrofobia in quel seminterrato disordinato e freddo, dove il senso del tempo si perde e il giorno e la notte diventano la stessa cosa.
Il titolo Bugonia deriva da una credenza greca secondo cui le api si riproducono nelle carcasse di animali morti. Essendo il protagonista un apicoltore, Lanthimos ha subito avuto una metafora estesa e appropriata con cui giocare. Ma il messaggio che voleva trasmettere arriva forte e chiaro; sostenibilità, ambientalismo ed ecologismo vengono messi in risalto da un continuo gioco di accuse e violenze tra i personaggi. Bugonia sostiene che l’unica cosa che l’umanità è degna di ereditare è la nostra stessa distruzione. E noi spettatori guardiamo seduti il film, cercando di indovinare da che parte sta la ragione, chi sta mentendo e chi si sta nascondendo, senza renderci conto che questa è una perfetta rappresentazione della realtà. La passività è protagonista tra noi, e forse Teddy è l’unico ad aver agito veramente.
“In qualsiasi storia io racconti, sono sempre interessato ai modi in cui le interazioni delle persone con se stesse o con gli altri influenzano la loro natura. Cerco di creare una struttura e situazioni in cui posso allungare i personaggi e rivelare cose più profonde sugli esseri umani e sul modo in cui si capiscono e comunicano attraverso queste estremità.” (fonte citata)
Bugonia è un film più diretto rispetto ad altri come Dogtooth e Povere Creature!; non ci sono giochi metaforici e complessità psicologiche da interpretare, nonostante il finale molto divisivo. Eppure, si percepisce che l’onda della stranezza non è finita. Questo sguardo distopico sul mondo si rivela sempre più pungente, reale e tangibile. Lanthimos mantiene costante e chiaro il suo intento di studiare l’umanità e metterla sotto questa luce così oscura, ma allo stesso tempo così limpida da farci vedere le cose in maniera differente – o forse più chiaramente.
Francesca Ponti
Bugonia
Regia: Yorgos Lanthimos. Sceneggiatura: Will Tracy. Fotografia: Robbie Ryan. Montaggio: Giōrgos Mauropsaridīs. Musiche: Jerskin Fendrix. Interpreti: Jesse Plemons, Emma Stone, Aidan Delbis, Stavros Halkias, Alicia Silverstone. Origine: USA, 2025. Durata: 120‘.




